giovedì 27 giugno 2013

Once upon a time

San Severo, 27/06/2020

Ore 22.00: Sempre la solita scenetta.

"Ho detto che non ho sonno, non voglio andare a letto!"
"Dai, Giulio è tardi. É proprio ora di andare a dormire"
"No! No! NO!"
"Giulio, non fare i capricci. É ora della nanna!"
"Va bene. Però mi racconti una favola"
"Ok"
"Quella bella bella però"
"Ancora quella?"
"Sì, sì, sì, ti prego"
"Ok, andiamo"


Ogni volta la stessa cosa. Non si stancava mai d'ascoltare quella favola e non si sarebbe addormentato senza aver sentito la storia.
Giulio saltò sul letto, abbracciò il cuscino e aspettò che cominciasse. E come se fosse la prima volta che l'ascoltava gli batteva forte il cuore e aveva negli occhi la stessa curiosità.
Fabio lo guardò, sorrise e cominciò.



"C'era una volta un Paese bellissimo in cui splendeva sempre il sole, il vento t'accarezzava gentile e le persone erano tutte cortesi e felici, si chiamavano per nome ed erano tutti sorridenti. Questo Paese aveva una forma buffa, come uno stivale. Tutto andava a meraviglia ed era così bello che veniva chiamato il Bel Paese.
Ma un brutto giorno venne un signore cattivo che voleva tutto per sè. Era vecchio, brutto e basso e voleva comandare tutti a bacchetta, si chiamava Berluscuro. Era ricchissimo e spese un sacco di soldi per comprarsi un esercito di ruffiani, delinquenti, ladri, ballerine, clown, cavalieri, draghi e gnomi che riuscì a convincere tanta gente che Berluscuro era buono e voleva la felicità di tutti.
Non era vero ma la gente gli credette. Arrivò al potere e nulla fu come prima. Il Bel Paese cambiò, divenne triste, povero e brutto. Il cielo divenne giorno per giorno sempre più grigio, pioveva molto più spesso e la gente non era più gentile l'una con l'altra. Nessuno si fidava più degli altri e ognuno pensava solo a se stesso. Un Paradiso in terra divenne giorno per giorno una zona di guerra, un inferno.
Ma non tutti però si fecero convincere dal signore oscuro, dalle sue menzogne e dai suoi soldi. C'era ancora gente, tanta gente, che si ricordava il Paese prima e che voleva ritornare a quei giorni. C'era sempre gente che combatteva perché le cattiverie del Cavaliere Nero non passassero inosservate. E gridava e cercava di convincere gli altri a combattere assieme a loro, a svegliarsi dall'incantesimo.
Questa guerra nel Paese durò per 20 anni. 20 anni in cui il Paese invecchiò male, i suoi figli dovevano scappare via ed andare in altri luoghi in cui il vecchio Berluscuro non poteva toccarli. 20 anni e proprio quando non sembrava esserci più speranza ecco che il regno del terrore comincia scricchiolare. Finalmente le preghiere furono ascoltate ed un bel giorno un raggio si sole illuminò il Bel Paese e scese dal cielo una Dea bendata con in mano una bilancia e nell'altra una spada.
Venne lei ad aiutare i combattenti. Si chiamava Giustizia ed era la donna più bella che si sia mai vista in tutto il mondo. Giustizia prese il Cavaliere Nero lo mise sulla sua bilancia e nell'altro piatto mise tutte le sue malefatte. E disse -Visti gli articoli 521 comma 1, 533 e 535 del Codice di Procedura Penale dichiara Berluscuro colpevole dei reati a lui ascritti, qualificato il fatto di cui a capo A dell'imputazione come concussione per costrizione ex articolo 317 Codice Penale nuova formulazione e ritenuta la continuazione lo condanna alla pena di anni 7 di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Visti gli articoli 317 bis, 29 e 32 del Codice Penale dichiara l'imputato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici-.
La felicità nel Paese era incontenibile. Caroselli, festeggiamenti, trenini e grande gioia. Ma Berluscuro non voleva arrendersi. E anche da sconfitto cercò di spuntarla e mandò tutto il suo esercito contro la Giustizia. Nani e ballerine, streghe e soldati, orchi travestiti, donne di plastica, camaleonti demoniaci, pupazzi e marionette e tutti i sudditi che credevano ancora nonostante tutto in lui e nelle sue bugie."


Fabio prese un bel respiro, guardò gli occhi di Giulio così scuri e grandi e continuò.

"La Giustizia, aiutata da tutta la gente onesta che non ne poteva più, riuscì a resistere a tutto quel fango. E quando finalmente stavano per mettere Berluscuro nella prigione della torre più alta di tutto il Paese, lui si trasformò in un drago sputafuoco e cercò di distruggere Giustizia. Ma la nostra Fata incantata non arretrò di un passo. Non ebbe paura. Nel silenzio della notte stellata alzò la sua spada e colpì il drago con tutta la forza che aveva. Gli staccò la testa di netto e una volta a terra si trasformò nuovamente nel Cavaliere Nero che adesso era in ginocchio a chiedere pietà e a piangere.
Finalmente fu chiuso nella torre e furono buttate le chiavi. Il Paese tornò ad essere bello, il sole tornò a splendere e il vento ad accarezzare i bimbi che giocavano nelle strade. La gente tornò ad essere buona e gentile con il prossimo. Anche chi fino al giorno prima era sotto l'effetto dell'incantesimo malvagio si riprese totalmente e ritornò quello di prima. Tutto ricominciò come se nulla fosse accaduto, tutti erano tornati ad essere fratelli e sorelle e Giustizia vegliava sul Bel Paese come una madre amorevole. E questa storia veniva raccontata nelle scuole e nelle strade perché mai più potesse accadere di nuovo. Mai più. Ed ancora oggi ricordiamo la sconfitta del Cavaliere Nero e la vittoria di Giustizia e del suo esercito."


Giulio, dormiva già da un po'. Come al solito era riuscito ad arrivare sveglio fino a quando Giustizia vince contro il Male. Aveva chiuso gli occhi e con un sorriso che piano gli si apriva sul piccolo volto si era addormentato, sereno e felice.
Fabio pensava che forse un giorno o l'altro doveva chiudere la storia in maniera diversa. Più corrispondente alla realtà. Ma che vuoi che sappia un bimbo di prescrizione, macchina del fango, #siamotuttiputtane, Capezzone e Pdl. Un bimbo deve sapere che i draghi si possono sconfiggere, che la Giustizia trionfa sempre e che combattere contro il Male è giusto e sacrosanto.
Poi con il tempo capirà. Poi non sarà più un bimbo spensierato. Poi verrà a chiederci perché abbiamo permesso che avvenisse tutto questo.

Perché i draghi fanno più paura quando devi combatterli da solo.
Perché non siamo mai coraggiosi come nelle favole.
Perché quella del Bel Paese è una favola che ci raccontiamo da troppo tempo.